giovedì 30 dicembre 2010
Zero no tsukaima: tutte e tre le serie
Immaginatevi un mondo fantasy con caste, maghi e elfi (e chi non riesce ad immaginarselo, oramai?) e pensate che in questo mondo ad un certo punto si debba evocare un famiglio.
Cos'è il famiglio? Beh il famiglio è il gufo di Mago Merlino. Un animale che è legato a vita al suo evocatore e ne esegue gli ordini con i suoi poteri speciali.
Beh fin qui è quanto più classico ci si possa aspettare da un anime fantasy... se non fosse che la maga incapace "Zero" (percentuale di successi delle sue magie) Louise un giorno, al posto di evocare un normale gufo o un drago, evoca Saito.
Saito è un normale ragazzo di Tokyo che sarà il famiglio di Louise vita natural durante e da come vedete dall'immagine postata la faccenda si fa subito complicata.
Anime pieno di tutto: fantasy, ecchi, sentimento, azione, dramma, comicità demenziale da fan service e incantesimi potenti di brutto brutto come quelli che vedevamo su italia uno con "un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo".
Per molte puntate si parlerà della storia d'amore/sudditanza tra Louise e Saito ma non mancheranno le sottotrame di approfondimento dei singoli personaggi e in ogni serie una trama più o meno corposa che farà da filo conduttore.
La cosa più importante è che si parla un casino di tette. Ci sono puntate solo di tette e tastate e baci saffici, ed è la cosa più importante del cartone.
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lunedì 27 dicembre 2010
Breve, veloce e conciso:
baka to test to shoukanjuu : non ci credo di non aver mai recensito l'anime più divertente di sempre, consigliato. No sul serio, è una cazzata che fa ridere. Giuro.
Clannad: un pò harem, un pò poesia: tra piccoli e grandi problemi della vita quotidiana (che in giappone sembra essere drammatica, alla vista di questo anime)un ragazzo e le sue amiche risolvono i problemi di tutti e scoprono l'amore. Scontato è un pò scialbo.
Clannad - after story: Da pazzi malati. Prendete Clannad e togliete tutti i personaggi utili tranne i due protagonisti, questi due metteteli insieme e aggiungete chili di tragedia. Come spararsi nelle palle. Se qualcosa può andare storto nella vita in quest'anime c'è: lavoro, bimbi, morte e sfiga. Clannad al rogo!
Honey and Clover: inquietante. Dovrebbe essere un anime vita quotidiana/sentimentale ma in realtà è inquietante. Cioè c'è come protagonista una nana con problemi psicotici e ci sono almeno tre persone problematiche che se la vogliono fottere. Tra i tre c'è pure lo zio, a mio parere.
mercoledì 15 dicembre 2010
Princess Lover! Essere ricchi è meglio.
La scarsità di film appetibili - soprattutto da quando vige la regola "se non puoi parlarne bene o davvero male, non vale la pena parlarne"- mi costringe a recensire ancora una volta una serie anime: Princess Lover!
Ebbene le premesse c'erano tutte: tratto da un videogioco per adulti edito da "Ricotta" e spudoratamente ecchi.
Insomma è andata.
Aspè! Cos'è l'Ecchi? Ecchi è: una camerierina formosa che si rovescia addosso della panna motata che le imbratta le ditine, la boccuccia e finisce in gran parte giù per la scollatura.
Ecco.
Altra cosa da spiegare prima della recensione sono i FAN SERVICE: ovvero fare scene per la gioia dei fan come le tipine protagoniste della storia nude che si fanno la doccia insieme e si dicono "Oh, ma che bei seni che hai... mmh... vorrei averli anche io così! Me li fai toccare?" insomma come nella realtà.
La trama è quanto di più puerile e scontato esista al mondo (e la storia d'amore è ridicola visto che il titolo è Princess Lover con chi mai quaglierà il protagonista?): Teppei Arima è uno che fa brutto con la spada (e a vedere bene è un supereroe visto quello che riesce a fare durante l'anime) che si trova da mediocremente povero con genitori a spudoratamente ricco ma orfano, infatti dei terroristi poveri hanno ucciso la sua famiglia perchè erano segretamente degli ereditieri delle Arima ind. che sono un complesso di nonsisacosa pieno di quattrini.
Urge spiegazione: "terroristi poveri" significa che per tutto il cartone i ricchi saranno buoni e belli mentre i poveri saranno i cattivi che in quanto poveri odiano i ricchi, ovvio no?
Comnque: Arima diventa ricco e subito viene circondato da tante persone ricche e belle, su tutti la giovane principessina lasciva e porcella Charlotte Hazelrink che il nostro eroe salverà dai terroristi poveri proprio prima di diventare un megamilionario.
Tutto qui.
Stupido e sottotono c'è da segnalare però una puntata di puro FAN SERVICE alle terme - ma dai?- dove le scene di nudo vengono interrotte solo da interventi comici.
Il resto è nulla.
Premio della critica al super maggiordomo Alfred che ci mostra come vedono i giapponesi i vecchi che fanno questa professione: imbattibili nel combattimento, capaci di ogni possibile facezia e devoti alla causa.
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lunedì 13 dicembre 2010
Ookami-san to shichinin no nakama-tachi: cioè la Palmtop Taiga aveva una sorella?
Allora, la cosa che deve colpire subito è la somiglianza tra Ryoko Okami (la protagonista della storia) con la mitica Taiga di Toradora!. Detto questo l'anime è di buona fattura ma non è esattamente tra i migliori mai fatti: non proprio sentimantale, non esattamente comico e con poche scene di combattimento... insomma non si riesce bene ad inquadrare.
Di tutto un pò.
La trama tratta delle vicende di Ryoko, una ragazza piatta e con dei guantoni da boxe a forma di gatto che emettono un simpatico "miao" quando centrano il bersaglio; la nostra protagonista lavora presso la "banca Otogi" un posto dove ti fanno favori in cambio di... favori. Tipo mafia.
Le vicende che seguono l'arco narrativo dell'anime iniziano dall'incontro/ confessione dell'innamorato Ryoji Morino con la dura boxer, inseguito anche Morino verrà assorbito come componente della Banca OTogi grazie alla sua capacità di poassare inosservato, infatti il giovanotto soffre di scopofobia (spero si scriva così) e non sopporta gli sguadri altrui.
Particolarità dell'anime sono un leggero Fan Service che prende proprio tutto quello che capita e lo sbatte davanti allo spettatore (dal Loli al Maid), la voce narrante che a volte interagisce con i personaggi e soprattutto il continuo rimando alle favole classiche.
Narrato come una favola stessa, Ookami-san to shichinin no nakama-tachi, è permeato di personaggi- favola e vicende prese dall'immaginario comune che vanno dai più classici occidentali come Capuccetto Rosso e il Lupo (Okami stessa, vista in contrapposizione anche come una novella cenerantola), il brutto anatroccolo, la strega e il più Giapponese Momotaro.
lunedì 6 dicembre 2010
La ragazza che saltava nel tempo.
Non è magico come le opere di Miyazaki oppure quasi teologico come Tokyo Godfathers ma La Ragazza che Saltava nel tempo è permeato della fiabesca comunità della vita Giapponese, la scuola e la primavera, gli amici e il baseball giocato male in un campo semideserto e il portare piccoli doni ai famigliari.
In questo ambiente dove il susseguirsi sereno dei giorni è cosa buona, si muove la burrascosa e distratta e casinista e sfortunata (anche se lei è restia ad ammetterlo) Makoto Konno.
In un giorno come tanti altri Makoto ha un terribile incidente, la bici guasta non frena prima di un passaggio a livello e la poverina, sbattendo sulla sbarra di blocco del traffico, si vede catapultata proprio contro al treno di passaggio.
In quell'assolato giorno di Luglio Makoto muore. O meglio, sarebbe dovuta morire!
La ragazzina scopre di avere una particolare capacità: può saltare indietro nel tempo.
Così Makoto inizia a sfruttare la misteriosa capacità senza pensare che "il tempo non aspetta nessuno" (Zemekis rulez!) e si gode dieci ore filate di Karaoke, quando non c'è carne a cena torna alla sera precedente per gustarsela, spende i soldi per cibarie per poi tornare indietro nel tempo con la pancia piena e i soldi in tasca.
La ragazza si diverte, fino ad un certo punto.
Tutto molto situation commedy, tutto molto leggero etc etc... certo ad un certo punto Makoto compromette con il suo uso bislacco del potere l'amicizia/amore (?) con l'amico Chiaki, ma il vero dramma avverrà quando la giovane scoprirà che ogni volta che lei ha cambiato gli eventi della storia a suo favore, qualcun'altro ne ha pagato lo scotto.
Il cartone così diventa sempre meno leggero per arrivare nell'abisso della tragedia, ma non tutto è perduto! Con il potere di cambiare il tempo e con nuove rivelazioni sul futuro... tutto è possibile.
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sabato 4 dicembre 2010
L'ultimo Esorcismo.
Riuscirà ad impressionarci un film sulle possessioni demoniache in cui nessuno fa all'ammmore con i Piani Alti?
Ci troviamo in una di quelle parti bucodiculodelmondo dove la gente è cresciuta a pane, zappa e chiesa. Posti assurdi con gente assurda e storie ancor più fuori di testa: sette e diavoli e UFO.
Qui si dirige il reverendo Cotton, cialtrone pagato per fare esorcismi, uno showmnan che conosce tutti i trucchi per spaventare i bifolchi: fili attaccati ai quadri, sostanze chimiche che fanno bolle nell'acqua fredda e un paio di anelli che danno una piccola scarira al "posseduto" per rendere il tutto più... reale.
Cotton, padre di famiglia ed ora un uomo che penitio e stanco vuole fare vedere al mondo che gli esorcismi (o almeno quelli fatti da predicatori come lui) sono una truffa, è un uomo ironico nel dire che alla fine è come un dottore; lui cura "la mente di chi è convinto di essere posseduto".
E così con una equip formata da un'addetta ai suoni e un homo camera si prepara ad affrontare l'ultimo esorcismo della sua vita, che servirà ai posteri per capire cos'è realmente questa pratica.
Armato di una croce che emette gas e tanto charme, Cotton, inizia a lavorare sul caso di una 15 enne, tale NEll, che ammazza il bestiame del padre.
Dopo un primo esorcismo che sembra ben riuscito, la crew riparte per casa ma al motel ritrova la piccola NEll in stato catartico.
Da qui una serie infinita di eventi che si concludono con... beh non parliamone.
NEssun vomito verde, nè teste che si girano. Niente lievitazione o camminate a mò ragno giù per le scale ma solo cose "umanamente concepibili".
L'avventura di Cotton e crew è molto più matura di quella del classico "L'Esorcista" o quanto meno più reale e scaltra, continua ad imbrogliarci sulla presenza del demonio (c'è, non c'è, è colpa del padre fanatico e sbevazzone, la ragazzina è una troia etc...etc..) senza mai darci risposte soddisfacenti ma solo qualche colpo basso per farci spaventare.
Tutto sommato un bel Monkmentary.
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domenica 28 novembre 2010
ci resta solo Bondi.
Shijō saikyō no deshi Ken'ichi oppure History Strongest Disciple Kenichi
Passate oltre al tratto un pò bamboccione, chiudete gli occhi innanzi a certe animazioni non proprio all'altezza e prepareatevi ad un'iniezione di arti marziali e buoni sentimenti: questo è Kenichi, il discepolo più forte della storia.
Kenichi è il solito ragazzino mezzo ebete che ci presentano i tre quarti dei manga occidentali: deboluccio, legge libri su come comportarsi perchè incapace di socializzare e assolutamente inadatto alla vita.
L'ho visto una vita fa, ma se ricordo bene la trama è questa:
Un giorno Kenichi incontra la dolce Miu che deve vedersela contro dei malviventi, allorchè il giovane che "vuole difendere le persone a lui care" (lo dice lui e spesso) cerca di combattere gli assalitori ma presto scopre che Miu è talmente forte da metterli tutti fuori gioco. Da sola.
Dopo questo fatto il giovane decide di allenarsi a casa di Miu, il tempio Ryōzanpaku dove si sono riuniti sei dei più strambi, potenti e sadici maestri di arti marziali del mondo.
Il vero problema e motore dell'intera vicenda è che Keinichi, a differenza dei supregeni tipici del manga orientale è totalmente un inetto.
Alternando scontri di arti marziali con tanto di dati tecnici, momenti sentimentali tra Keinichi e Miu e gag comiche; l'opera è particolarmente efficace.
Ciò che insegna è che l'impegno conta più di tutto e che anche l'ultimo storpio può diventare un grande artista marziale se s'impegna. Forse scontato ma in un mondo - quello degli anime- dove di solito sono gli eletti a combattere e a vincere per tutti è divertente vedere per una volta qualcosa di diverso.
Anime sicuramente consigliato con delle scene che valgono la visione dell'opera intera.
sabato 20 novembre 2010
sbocchi, nani e neonati che impattano: FEAST 2!
John Gulager aveva finito tutte le idee buone nell'uno.
Se non si è avvezzi al Gore con la G maiuscola, Fest 2 risulta fastidioso come un cancro alle palle e di cattivo gusto come questo paragone.
Vengono ripresi dall'uno gli eroi disfunzionali, la comicità di certe immagini e l'assurdità di molte situazioni in quel circo di freaks che compongono i personaggi principali della vicenda dove, ironicamente, i più normali sono proprio due nani-luchdores che imperversano per comicità e idee nel gruppo.
La trama si svolge immediatamente dopo il primo: BoZo e suo fratello sono appena scappati e l'alba è giunta com'è giunta al bar del famigerato primo capitolo la "sister" della Bad Ass che finitva mutilata e stuprata dalla bocca da un mostro e fatta esplodere da BoZo. Biker Queen ritrova sotto ad una macchina Bartender, creduto morto nel primo capitolo, che rivela la sorte nefasta della compagna-amica.
Da qui Biker Queen con il suo gruppo di squinzie motorizzate partono verso la casa di BoZo in cerca di vendetta ma... i famelici mostri scopatutto dell'uno sono arrivati prima di loro!
Lithing e Thunder sono i due nuovi veri personaggi che riescono a far divertire lo spettatore, invece non si sentiva davvero il bisogno della presenza di Honey Pie che scampata al macello dell'uno ribadisce soltanto il concetto che le bionde sono stupide e ci regala una scena con vermi e bacio sboccoloso che non so se ne valeva la pena.
Come detto all'inizio le idee si sono esaurite e quello che era divertente nel primo capitolo in questo fa solo sorridere, quando se ne accorgono anche gli autori decidono di correre ai ripari con la scena dell'autopsia e il fattaccio del neonato, d'altronde che cazzo serve fare un film dissacrante se non spingi l'accelleratore dello scandalizzante fino in fondo? Applausi per questo, ma contenuti, eh!
Per il resto ci sono dei cazzo di mostri che scopano cazzo di gatti con cazzo di mostruosi peni che eiaculano orribile sperma in faccia a belle Biker che sul finale sono nude e fanno un'orgia di sbocco dopo che sono state asfissiate da una mostruosa scorra del cazzo di mostro che ha un cazzo di occhio interno e vomita su una cazzo di nonna messicana il cazzo di vomito che corrode la nonnina stessa.
CAPITO, CAZZO?
venerdì 19 novembre 2010
SAW 7 a.k.a. SAW 3D a.k.a Hoffman vai a lavorare!
Ultimo, impacciato, stupidotto e assurdo capitolo della saga di Saw.
Ma questa volta è in 3D.
Bobby Dagen è un uomo che si spaccia per sopravvissuto alle torture dell'enigmista e da caso umano quale è, la nostra società ci va a nozze: libri (come Corona), un DVD speciale sulla terapia di gruppo (come... boh. E' un pò reality show) e infine le comparsate nei salotti della TV (MAurizio Costanzo!).
Praticamente SAW 7 ha un protagonista che è la metafora di quello che la twisted pictures e soci hanno fatto al merchandising della saga.
Per il resto cosa? Hoffman come killer fa cagare e non perde occasione di ricordarcelo appena può, non rispetta le regole e si ritrova un pò Rambo che brandisce il fido coltello e copia a grandi linee Hannibal Lecter nella fuga.
Cammei di nomi importanti e meno della saga vengono a ballare la danza del cingo per quello che è stato il gioiello degli halloween d'olteoceano per più tempo di quando fosse necessario.
Aspettatevi il finale OVVIAMENTE a sorpresa.
Beh... la sorpresa non è poi tanta alla fine.
L'ultimo....
....
....
...
...
FORSE!!!
domenica 14 novembre 2010
Vampire girl V.S. Frankestin girl
« C'è una quinta dimensione, oltre a quelle che l'uomo già conosce. È senza limiti come l'infinito, e senza tempo come l'eternità: è la regione intermedia tra la luce e l'oscurità, tra la scienza e la superstizione, tra l'oscuro baratro dell'ignoto e le vette luminose del sapere. È la regione dell'immaginazione, una regione che si trova ai confini della realtà. »
Questo non-luogo rinominato quinta dimensione dev'essere di casa per certa gente. Sicuramente lo è per Shungiku Uchida (autore del manga) e per Yoshihiro Nishimura e
Naoyuki Tomomatsu, i registi di Vampire girl v.s. Frankestin girl.
Il film parte dalla tipica idea demenziale che accomuna molti film gore giapponesi per poi svilupparsi in un tripudio di litri di sangue, ironia scadente e combattimenti posticcio-coreografici.
Basta vedere l'inizio: due ragazzi - lui e lei- dopo una breve intro si ritrovano ad affrontare delle teppiste da scuola superiore giapponese ricucite e imbullonate; armete di picconi e con pettinature assurde.
Un pò di baraonda e poi... la ragazza sfodera i suoi denti da vampiro e morde il collo di una frankestin, la testa gira come un kebab appeso e in breve tutta la carne viene rimossa dal cranio che con un colpo secco finise sul naso di una seconda frankestin girl, qui il cranio (inspiegabilmente, ma in fondo chissene...) si mangia via la faccia della poveretta per poi capitolare per terra.
Sangue a litri.
Rimane una sola nemica e la misteriosa vampire girl ricrea con del sangue incrostato due lame dai suoi polsi, attacca la nemica e dopo avere amputato le braccia le si infila con la punta di una delle sue particolari spade sotto la gonna.
Ancora sangue.
Ancora urla.
Come si fa a non amarlo?
Yukie Kawamura nel ruolo di protagonista non farà certo la figura della sua carriera ma sicuramente il personaggio della timida e innamorata vampira Monami è più che apprezzabile.
La trama è semplice: Monami è una vampira che s'innamora di Mizushima (Takumi Saito) e lo avvelena con il suo sangue dopo avergli fatto mangiare un cioccolatino a San Valentino. Da qui la trasformazione del ragazzo compie rapidi passi in avanti finchè la bulla Keiko (Eri Otoguro) non scopre il segreto e cerca di riconquistare il suo (almeno secondo lei) amato.
Durante una collutazione in cima al tetto della scuola la povera KEiko precipita, ma caso vuole che il suo papà è un pazzo che fa a pezzi la gente per scoprire il segreto che possa riportarli in vita.
Con del sangue di Monami, Keiko rinasce come Frankestein girl e farà di tutto per vendicarsi della vampira rivale in amore!
giovedì 11 novembre 2010
The Road di John Hillcoat
Dopo "Non è un paese per vecchi" ecco che arriva - in disdicevole ritardo- il secondo adattamento di un romanzo di Cormac McCarthy: "The Road".
In seguito ad una bizzarra distribuzione (il film doveva uscire in tempo per gli Oscar del 2009, poi è stato più volte rimandato per aspettare un periodo propizio e dopo la sua uscita doveva rimanere inedito in Italia perchè "troppo deprimente")il lavoro di John Hillcoat arriva già invecchiato nei nostri lettori dvd, la storia con Viggo Mortensen infatti pur essendo toccante non è di grande appeal come mi ero aspettato.
Sicuramente nel film c'è tanta amarezza e vengono toccati argomenti davvero pesanti (il padre che insegna al bambino come suicidarsi, ad esempio, è davvero un pugno nello stomaco. Un positivo, pugno nello stomaco)con una frequenza tale da rendere l'anormalità terribile della situazione in una fredda routine che imbroglia i personaggi.
Duro. Decadente. Freddo.
Non è un caso se il protagonista e il bambino non hanno un nome, loro sono "Uomo" e "Bambino" - che a sua volta è visto come Dio da Uomo ( Cit. "Se il bambino non è il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato")-perchè i nomi, nel mondo dove vivono, non hanno più significato. Solo la flebile speranza che al Sud ci sia il caldo tiene in vita i personaggi e la storia stessa, la speranza è il motore degli avvenimenti di questa odissea.
LA trama in breve: in un futro non molto lontano l'umanità è sull'orlo dell'estizione, la terra è scossa da terremoti e bruciata da roghi e la gente per mancanza di cibo si è data al cannibalismo. Qui un uomo e suo figlio intrapendono un viaggio disperato per arrivare a Sud per sopravvivere al duro inverno.
Forse non memorabile, ma se avete predisposizioni empatiche è consigliato.
mercoledì 10 novembre 2010
Dillo con il vomito: FEAST di John Gulager
In un bar in mezzo al deserto un manipolo di personaggi che potrebbero essere usciti da un qualsiasi lavoro di Tarantino si muovono in un ambiente decadente: puttane, gioco d'azzardo, birra, barise belle come Barbie e attori falliti.
Tutto procede come deve, tra una parita di bigliardo e uno scambio di battute, finchè...
... un uomo irrompe nel locale armato di fucile e imbrattato di sangue: "barrichiamoci, stanno arrivando".
Da qui parte uno dei film gore più divertente degli ultimi anni (è del 2005)con una passerella di situazioni assurde e dialoghi assolutamente esilaranti. Gulager non lesina su nulla: amputazioni, omicidi, castrazioni, mostri che copulano con teste di cervo, amputazioni e chi più ne ha più ne metta.
Litri di sangue e una regia forsennata ci accompagnano in un'avventura divertente e sicuramente da non perdersi.
Plauso dalla scelta di fermo immagine all'inizio con tanto d'introduzione di ogni personaggio.
Bello bello bello.
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martedì 9 novembre 2010
fist of the north star ken's rage: HOKUTO è QUI PER DOMINARE.
Pronti a premere gli Tsubo al vostro Joypad? Ad eseguire il colpo del rancore di Hokuto? A ripercorrere l'epopea post-apocalittica che ha caratterizzato la giovinezza di milioni di uomini?
Bene.
Fist of the north star è arrivato su PS3 e XboX360 con un unico obbiettivo: rimanere.
Mentre tutti gli altri giochi di Ken passavano veloci e finivano nel dimenticatoio (tranne quello da sala giochi in cui dovevi colpire quelle cazzo di padelle gommose, quello rimane a vita, cazzo) questo prodotto ha le carte giuste per rimanere non solo nei cuori dei fans ma anche per insidiare altri giochi che pensavano "un gioco di KEn non potrà mai rompermi davvero le palle" ... e invece! TREMA CASTELVANIA! TREMA ENSLAVED! Ken e soci sono qui.
Tanto sangue e tante mosse (con scritta giapponese sotto quando sono esceguite, come nel cartone) non basterebbero a rendere un picchiaduro a scorrimento (genere che boccheggia in fin di vita fin dal vecchio Fighting Force)davvero appetibile perciò ecco che i produttori hanno agginuto: crescita del personaggio, sessioni su mezzi (Re Nero, moto), parti di esplorazione (fatte malissimo, eh...)e soprattutto tanti personaggi.
La trama si dipana per tutta la prima serie del fumetto ma l'originalità è che ad un certo punto il filone principale dove utilizziamo il protagonista (Ken, ovviamente) si divide in altre piccole sotto missioni dove potremo divertirci a seguire parti di storia con altri personaggi come Rei e Mamiya.
In più nella modalità sogno ci sarà data la possibilità di utilizzare Jagger, Shin etc... etc..
Un gioco non perfetto ma in grado di soddisfare FAN e non.
YATTTAAAA!!!
domenica 31 ottobre 2010
Chocolate: handicappati marziali.
Fa quasi paura vedere un film thailandese che omaggia il Kill Bill di Tarantino (guardate la scena del dojo e ditemi se non sono gli 88 folli made in thailand!) ma d'altronde il regista di Pulp Fiction ha messo questo film tra i migliori dieci del 2008, ergo deve avere mooolto apprezzato l'assaggio della sua stessa heam... tecnica cimenatografica?
Comunque il prodotto Choclate è sicuramente un film valido, uno di quei kung fu movie senza troppa arguzia dove il villan di turno preferisce vedere un coreografico combattimento tra i suoi uomini e l'eroina piuttosto di piazzarle un proiettile in testa, dove tutti sanno il kung fu e tutti combattono come Jackie Chan. Anzi, come Tony Jaa. Anzi come Bruce Lee.
Effettivamente l'eroina del film combatte copiando un pò tutti, ma è questa la sua particolarità: la piccola Zen è un'autistica con grandi capacità di emulazione psicomotorie.
In poche parole Zen è cresciuta accudita dalla mamma malata di cancro (ex mafiosa) a cioccolata e film di kung fu e, alla faccia della diseducazione e dei film violenti, la piccina crasce che è un'arma di distruzione di massa incapace di contenere le sue crisi da autistica.
Si perchè è autistica e io lo voglio sottolineare.
Questo film ci mostra come sfruttare una ritardata per accumulare quattrini facendola combattere per riscossione crediti... è... è amorale! In più - che tocco di classe!- sul finire c'è "autistica sfruttata dalla famiglia ma tutto sotto una bella ottica di amore" versus "epilettico che fa la capoeira perchè oramai se porti handicap sei per forza di cose uno tosto".
No, scherzi a parte è una cosa amorale. Cioè, cazzo, il film è girato per farti passare un messaggio diverso ma se ci pensi i veri bastardi della faccenda sono quelli che tifano per una ritardata che combatte a calci e pugni. E' sfruttamento.
PEr il resto stunt carini - ma Jackie Chan s'infilava sotto i flipper, qui non c'è nulla di così figo- e un cattivo che assomiglia a Renato Zero.
Ultima curiosità: Zen è pressochè identica - nella formazione e nelle capacità- all'eroina Echo della MArvel, chissà se è stata d'ispirazione?
venerdì 29 ottobre 2010
Altitude, le delusioni della vita.
Poteva essere il film della vita: un paio di sgualdrine e tre boyz presi da un videoclip di una di quelle minorate mentali che vomitano hip pop su mtv salgono su un bimotore a nolo diretti al concerto dei Cosplay. Vengono braccati da una piovra di Lovecraftiana memoria.
Che cazzo c'era da aggiungere? Cioè il film si gira da solo.
Parliamo di piovre giganti, man!
Piovre giganti volanti e irte di denti, man!
Questo non è un gol a porta vuota, ma è proprio la porte che ti pracca per farsi penetrare dal pallone!
Eppure...
Nonostante l'idea originale il film non decolla (ah-ah) mai. LA noia inizia dal minuto 15, dove capisci che di piovregigacarnivore non ne vedi sino al minuto 90 e passa ed allora cerchi di cullarti nel panico della situazione di sti cinque giovani nel fiore degli anni bloccati lassù dove solo gli Antichi Dei possono dominare.
Passa il tempo e c'è un guasto "che te lo facciamo vedere con il paricolare".
Passa il tempo e il tipo impanicato ha il panico.
Passa il tempo e scopri che l'emo si bomba la tipa con la telecamera che è fidanzata con il wrestler ma che tanto lo avevi già capito dalla regia sapiente ed un gioco di sguardi all'inizio.
Passa il tempo e ti sei rotto le palle di sta gente che manco Dawson Creek e O.C. messi insieme sono così spudoratamente scontato-noiosi.
Della piovra non c'è traccia se non un mezzo, stridulo e imarazzato vagito.
Quando il primo prende il volo quasi ti senti sollevato perchè capisci che effettivamente qualcosa accade nel film.
Poi devi aspettare ancora per qualcos'altro.
Ancora un poco per il finalone.
Vi regalo questa clipo del film, il resto è noia.
mercoledì 27 ottobre 2010
Copiando Badtaste: Kuinto potere.
Devi sapere, caro lettore, che esiste un blog molto interessante che parla di cinema: www.badtaste.it .
In questo blog ci sono riportati tutti gli strafalcioni della stampa italiana che al posto di vedere i film preferisce indovinarli.
Ed ecco che allora mi ritrovo a dover fare da copione al Quinto Potere di Bad Taste con il mio ben più misero Kuinto Potere.
NON CI SONO SPOILER MA CHI HA VISTO Il FILM CAPIRà IL GROSSO ERRORE DI UN "CRITICO" CHE PROBABILMENTE NON HA MAI VISTO IL FILM IN QUESTIONE.
DA "La PROVINCIA PAVESE del Lunedì":
Paranorlmal Activity 2:
"In una casa dove dorme un bambino in una culla, all'improvviso una sedia a dondolo si muove e una donna appare nella stanza: è il fantasma di Kate, che perseguita gli abitanti.
Sequel del film di Oren Peli.
Non cambia la situazione: videocamera che riprende quanto avviene, atmosfera di tensione, effetto paura mai estremo."
Allora può essere la recensione di qualcuno che HA VISTO IL FILM?
NO.
Dico solo che Paranormal Activity 2 è un Prequel dell'uno e non viceversa.
Per gli altri errori guardate il film.
Manco so come si chiama sto qui che ha scritto.
Leggeva su internet e trovava la recensione giusta.
sabato 23 ottobre 2010
Noroi - The Curse
Noroi è un mockumentary giapponese del 2005. Cos'è un "mockumentary"? Il mockumentary è il film che può fare tuo cugino con la videocamera di casa senza preoccuparsi del budget, perchè il mockumentary è il documentario - spesso amatoriale- che tratta di cose fittizie. Blair Witch Project è un mockumentary, Cloverfield è un mockumentary e anche (in buona parte) Cannibal HJolocaust e District 9 sono mockumentary. Monsters è girato come se fosse un mockumentary ma non lo è perchè manca la figura dell'operatore e mancano le testimonianzìe che lo renderebbero un vero "finto" documentario.
Un'altra cosa che dovete sapere sui monukmentary è che io li amo.
Pensate al senso di inquietudine e panico che prende lo spettratore alla visione di Rec (il primo,eh!): un nuovo stile del cinema horror.
Ed ecco arrivare anche i giapponesi con il loro bello documentario sulle maledizioni creato da spezzoni di programmi televisivi, testimonianze in presa diretta e interviste programmate: Kobayashi è un investigatore dell'occulto che s'interessa della strana maledizione che sta mietendo vittime intorno ad una misteriosa donna che pare portare sciagura a tutti i suoi vicini, un'intricata tela di situazioni ed un ventaglio di personaggi pittoreschi subiranno passivamente o attivamente il "Noroi" regalandoci una discesa a capofitto nel terrore e nell'amarezza che accompagnano gli epiloghi sbandierati sin dall'inizio di questi film.
Noroi infatti inizia dicendoci già come va a finire: Kobayashi disperso e la sua famiglia dilaniata dalle fiamme in una sera dopo aver finito le riprese del suo ultimo documentario sul paranormale. Veniamo poi avvisati che la cassetta che andamo a vedere è stata proibita al grande pubblico e con uno dei vecchi espedienti del metacinema ci avviasano che alcuni nomi dei collaboratori sono stati addirittura cambiati.
Di qui a poco inizieremo a seguire le indagini del goffo e panzuto protagonista e a collegare svariati eventi disturbanti tra loro: una bimba con poteri psichici, un'attrice che collassa durnte una visita ad un tempio a mò "ghost hunter", un pazzo coperto di cartapesta che vede strani vermi "ectoplasmatici" e l'ultimo caso di Kobayashi: misteriosi suoni che provendono da una scorbutica vicina. Come di molti neonati che piangono tutti insieme.
Da qui procede l'evoluzioine della pellicola con poche ma azzeccate incursioni di CG e tanti spunti per non dormire la notte.
Consigliato.
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venerdì 22 ottobre 2010
L'amaro sushi che non ti aspettavi: SEXUAL PARASITE: KILLER PUSSY di Takao Nakano
Creato con l'unica scusante di esser frutto di un post sbornia pauroso ecco a voi quello che poi sarebbe divenuto il film che ispirò il femminista e americano DENTI di Mitchell Lichtenstein nel 2007: Sexual parasite Killer Pussy!
Creato a discapito del buon gusto di ogni spettatore, a sfregio di ogni possibile filmofilo del globo e negando ogni più logico senso del pudore ecco che nasce uno splatter movie divertente ed innovativo.
Ricordate i casti anni 70-80 americani dove chi faceva sesso inevitabilmente finiva penetrato dal coltellaccio di Mayers? Eccone l'evoluzione; un pesce amazzonico che infilato nella vagina della vittima si nutre di ogni cosa ci finisca dentro o intorno!
Il film è girato ad un livello che definire solo amatoriale e a budget zero sarebbe un complimento: la foresta tropicale è un bosco, il bunker il garage di qualcuno del cast e la vagina mostruosa è uno slippino con tanto di caucciù e denti. Recitazione zero e tante tette sbandierate al vento a più non posso.
La trama è quanto di più demenziale esista: siamo in amazzonia nel 2004 (presumo, dato che è la data di uscita del film) e degli esploratori hanno catturato il pericoloso pesce di cui parla il film, ma ecco uno sciamano che attacca i nostri! Che fare? Inatanto la dottoressa della spedizione si siede slu box che contiene il pericoloso pesce parassita... venendone contagiata!
Un anno dopo la peggior accozzaglia di comparse mai viste sul globo (anche per un film giapponese!) finisce per sbaglio in un bunker-casa pieno di liquori e riviste porno (notare bene! Fuori dal bunker c'è la scritta "attenzione pericolo" ma i nostri spostano il cartello trovando dietro ad esso la porta -inevitabilmente- aperta) ed ecco che parte la festa! Ma di lì a poco i nostri eroi troveranno in un freezer la dottoressa della spedizione che fu congelata un anno prima ed ecco che inizierà il contagio.
Musiche da porno e inquadrature dall'interno della vagina, dialoghi inesistenti per il 70% del film, un cat fight tra sperma e sangue, una vagina che rigurgita degli occhiali masticati... serve altro per convincervi (o non convincervi) a vedere questo film???
giovedì 21 ottobre 2010
martedì 19 ottobre 2010
sembra squalo ma non è: Sharktopus
Rodriguez tu e il tuo Machete andate a friggere tacos: Sharktopus è qui!!!
Film TV diretto da Declan O'Brien e scaturito dalla prode penna di Mike MacLean, Sharktopus è l'apoteosi dell'ignoranza che si muove solo dove i B movie hanno il coraggio di andare.
Creato da degli esperimenti genetici per la marina degli stati uniti, lo Squalopiovra è rilasciato in mare aperto per il primo test sul campo ma prorpio mentre si accinge a pedinare un motoscafo le pale dello stesso recidono il collare che permette agli scienziati di controllare lo Squalopiovra lasciandolo libero di vagare e mietere vittime sia in acqua che sulla terra ferma.
La bizzarra creatura vale la visione del film: è gigante, striscia sul terreno, schizza inchiostro ed è in una CG pessima.
Ma non è tutto!
LA sceneggiatura stessa del film è un continuo richiamo a B movie e scene culto che hanno diritto di entrare nell'immaginario comunue dello spettatore appassionato; solo per fare un paio di esempi: due tizi discutono su qual'è la morte peggiore e lo squalopiovra gli da una risposta eloquente, una "wild girl" si cimenta nel bungee jumping e sotto gli occhi del moroso viene presa al volo dal nostro simpatico animaletto... insomma tanta gozzaggine per rendere tutti più felici!
Certamente il mostro in CG non è l'unico big che sfonda lo schermo, infatti fresco da "I Mercenari" arriva uno spumeggiante ed ironico Eric Roberts che dona un tono da commedia a tutta la vicenda.
Da segnalare la presenza di Roger Corman nel progetto.
Consigliato, in seconda serata, ad Agosto.
Su Italia Uno.
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squali che non sono squali
giovedì 14 ottobre 2010
Progetto Fumetto!
sabato 9 ottobre 2010
BLACK DEATH: mai fottere con gl'inquisitori.
Tempi cupi per l'Inghilterra piegata dalla peste, la famigerata morte nera che brulica tra le genti mietendo centinaia di morti.
In questi tempi il giovane monaco Osmund (un novello Adso, rivisitato per un medioevo oscuro e nell'ottica degli inglesi del 2010) ha smarrito la fede dietro la gonnella di una biondina che aiuta a scappare lontano dal monastero oramai infetto. Mentre Osmund si strugge con Dio del fatto ecco arrivare dal nulla lo stoico Ulric con la sua compagnia di criminali e ex soldati al soldo dei vescovi; la missione del gruppo è semplice: raggiungere l'unico villaggio sano dell'Inghilterra (ergo c'è dietro il diavolo) e catturare il misterioso Necromante che lì risiede.
Un viaggio in un medioevo che è squisitamente borderline tra processioni di penitenti che si autoflagellano, processi sommari alle streghe, storie di guerra e briganti. Un viaggio di crescita per il fragile Osmund che si ritrova catapultato nei baratri della pazzia umana e conseguentemente nel peggior inferno vivibile sulla terra.
Buone le prove degli attori a partire dal giovane Redmayne che interpreta benissimo il fanciullo che sfiorisce innanzi al dato di fatto che la vita al medioevo è una merda a trecentosessanta gradi, subito prima di lui c'è Sean Bean che non rinuncia mai al ruolo in bilico tra il bene e il male e che gode di un personaggio ben caratterizzato e di spessore, come risultano di spessore tutti i componenti della gang di criminali che sono al suo seguito, fin da subito distinguibili l'uno dall'altro: lo sbruffone, il muto, il saggio, il torturatore e la testa calda.
Il film non lesina nemmeno di action, carine le battaglie in cappa e spada ma non troppo opprimenti.
Infine c'è la storia, narrata da una regia sapiente ma che non si arrischia mai su inquadrature che potrebbero essere interessanti (come le ferite, le torture) ma che diverte per il suo brio in certi momenti il delirio del boia).
Un film che racconta un medioevo atroce e tosto, un film che non presenta alcuna parte horror (a differenza di quello che si dice sulla rete) ma buone dosi di thriller e qualche oncia di torture porn. Senza porn.
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Sean Bean spacca
sabato 2 ottobre 2010
Machete
Quando un film nasce culto non è come giocare con i videogiochi a livello facile? Non mi si voglia male se mi permetto di mettere in dubbio la bellezza di questo taco piccante che vede un Rodriguez alla regia e il suo protetto Danny Trejo come protagonista.
Rodriguez fa sorgere Machete dai finti trailer di Grindhouse creando un hype fuori misura per gli amanti del pulp, sceglie un cast di attori famosi che sostituiscono in parte quelli del trailer originale e sceglie la pellicola sgranata di Planet Terror e una CG scadente "ma se lo può permettere perchè è un simil-B movie".
Ciò che esce da Machete sono un susseguirsi di scene impacchettate per essere a forte impatto (e per questo molte si perdono visto che il livello è sempre alto e sempre uguale), qualche fantastico nudo (tra cui la Lohan, a meno che non abbia una controfigura) e un Trejo che non recita: vive.
La trama non presenta buchi a differenza degli effettacci usati in molte parti (apposta, ci è lecito presumere) e il film scorre liscio ma non memorabile sino al suo apice in una sparatoria- massacro finale.
Tanto cinema da sussidiario per le inquadrature del regista messicano e un messaggio di fondo anti-razzista che viene sventolato con le armi in pugno.
Il film viene reso molto più interessante dal cast stellare che condisce le scene come un De Niro in brillante spolvero nei panni di un senatore razzista, la Lohan che è una ragazzina che cerca attenzione con video di sesso su internet, Jessica Alba (con il suo nudo... forse) è una poliziotta che imparerà molto dai fatti di questa storia, Marin che è il "PADRE" tanto amato nel trailer, Michelle Rodriguez è SHE ed infine Jeff Fahey è un bastardo che anela l'incesto.
C'è tutto? Si è tutto qui. Medio bello che non raggiunge l'ottimo perchè non è stato un film genuino fino in fondo ovvero è costruito per essere un culto ma a furia di abusare del suo status si perde in tante scene che dopo un pò risutlano tutte uguali.
Giustamente stereotipato.
La scena di Danny con l'impermeabile e centomila Machete all'interno non c'è.
Ah, dimenticavo! Il vecchio buon Steven che fa il cattivo è proprio una porchetta, mentre il signor Tom Savini lo vedo in forma.
Don Johnson è un pò invecchiato.
detto tutto.
mercoledì 29 settembre 2010
Welcome to Fortune City.
Dead Rising 2 è qui. E' arrivato, nel bene o nel male, con i suoi litri di sangue, i suoi centinaia di zombie, le sue armi inventate e la sua meccanica di gioco unica.
Avete 72 due a tirare a campare. 72 ore che sono intense come tutta la vita.
Voi siete l'ex pilota di motocross Chuck Greene che cerca di recuperare lo Zombrex (unico farmaco che ritarda gli effetti del contagio zombie) per vostra figlia e l'unico modo per farlo è massacrare zombie in un gioco a prove chiamato "Terror is Reality" in cui si vincono soldi.
Certo, il mondo è andato a puttane, i morti si sono risvegliati ed hanno iniziato a mangiare i vivi ma c'è sempre chi è disposto a pagare bene un pazzo che guida una moto con due motoseghe pronte a ridurre in brandelli i "diversamente -vivi".
Finchè c'è chi paga, c'è chi vende ed allora anche il farmaco Zombrex viene dato ,solo a chi se lo può permettere.
Ma tu, Chuck, non hai la possibilità di permettertelo... ma devi averlo.
Un gioco che dura 72 ore, tre giorni da quando i cancelli che contenevano gli zombie usati per Terror is Reality sono stati liberati a Fortune City ed hanno iniziato a mangiare gente.
72 ore in cui potrete investigare su chi ha cercato d'incastrarvi.
72 ore per decidere se salvare civili oppure uccidere zombie in modi sempre più atroci e geniali.
72 ore per somministrare regolarmente il preziosissimo Zombrex alla vostra bambina.
Per ora ci ho giocato ancora poco per dare un Giudizio Gratuito, da quello che ho visto c'è tanto divertimento, qualche pecca grafica e un personaggio in costante crescita come nei migliori GDR.
Avete 72 due a tirare a campare. 72 ore che sono intense come tutta la vita.
Voi siete l'ex pilota di motocross Chuck Greene che cerca di recuperare lo Zombrex (unico farmaco che ritarda gli effetti del contagio zombie) per vostra figlia e l'unico modo per farlo è massacrare zombie in un gioco a prove chiamato "Terror is Reality" in cui si vincono soldi.
Certo, il mondo è andato a puttane, i morti si sono risvegliati ed hanno iniziato a mangiare i vivi ma c'è sempre chi è disposto a pagare bene un pazzo che guida una moto con due motoseghe pronte a ridurre in brandelli i "diversamente -vivi".
Finchè c'è chi paga, c'è chi vende ed allora anche il farmaco Zombrex viene dato ,solo a chi se lo può permettere.
Ma tu, Chuck, non hai la possibilità di permettertelo... ma devi averlo.
Un gioco che dura 72 ore, tre giorni da quando i cancelli che contenevano gli zombie usati per Terror is Reality sono stati liberati a Fortune City ed hanno iniziato a mangiare gente.
72 ore in cui potrete investigare su chi ha cercato d'incastrarvi.
72 ore per decidere se salvare civili oppure uccidere zombie in modi sempre più atroci e geniali.
72 ore per somministrare regolarmente il preziosissimo Zombrex alla vostra bambina.
Per ora ci ho giocato ancora poco per dare un Giudizio Gratuito, da quello che ho visto c'è tanto divertimento, qualche pecca grafica e un personaggio in costante crescita come nei migliori GDR.
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giovedì 23 settembre 2010
Spiderman shattered dimensions
Facciamola breve: una misteriosa tavoletta rende i nemici ancor più brutti e cattivi, se non viene riassemblata dall'amichevole uomo ragno di quartiere le varie reltà collasseranno.
E così iniziamo un breve platform senza trama in cui impersoniamo il forte (infestato dal venomita) uomo ragno della versione Ultimate, il silenzioso (preso al 100% dal precedente gioco di Batman, solo che qui lo stile stealth è copiato male) uomo ragno noir, il bravo Miguel O'ara (si scrive così?) nei panni di spiderman 2099 e il classico amazing con la tuta rossoblu.
Madame Web consiglia, tante sfide nella "ragnatela del destino" e potenziamenti dei vari spiderman, sia del personaggio che delle sue tecniche.
Tanta roba, tanta carne al fuoco, tante idee divertenti sviluppate da cani.
Bug vistosi (spiderman che cammina nel cielo, robe che appaiono e scompaiono, il protagonista che si blocca in determinati punti della mappa) e i sottotitoli che appaiono solo quando vogliono loro (nello schema dell'avvoltoio c'è un dialogo intero che porta verso il mostro finale che non viene tradotto, nel livello di Deadpool pure).
Occasione mancata alla grande, gioco solo per veri FAN. Ovviamente SE continuerete ad essere FAN dopo averlo giocato.
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lunedì 20 settembre 2010
ItaGliani gente da poco.
venerdì 17 settembre 2010
Resident Evil e Milla
L'ultimo lavoro dei cognugi Anderson (rispettivamente occupati alla regia e nel ruolo della protagonista) è una cavolata che risulta assai difficile da digerire. Senza capo, senza coda e con una sovrabbondanza di scene action fini a sè stesse ma senza alcuna reale potenzialità di eccitare, il troppo stroppia e dopo che nei primi dieci minuti Paul mette tutta l'azione di questo mondo il resto si risolve come noia.
Tolta completamente la componente horror per una simil trama che attinge a piene mani da L'Alba dei Morti viventi di Romero e da Walking Dead, aggiunta una grafica 3d cafona che esaspera le scene per vantarsi del fatto che esiste; ci troviamo davanti ad un brutto film che è però riuscito ad incassare 11 milioni al botteghino americano nel primo week end di programmazione.
Ancora non viene spiegfata la fine di Jill che è scomparsa dopo Apocalypse ma è bizzarro vedere come Andrson risolve in cinque minuti gli strafalcioni del finale di extinction. Altra cosa che sta molto sul cazzo.
Poi s'abbonda di scemenze (come le cellule anti virus T che lo divorano con tanto di effetti sonori) e si fa l'occhiolino al 5 capitolo della serie videoludica per far felici i fans (wesker che si muove come neo in Matrix, Chris, le Plagas).
Di tutto questo si salva solo la divina Milla Jovovich che è una bellezza da vedere ed ancora una volta si presta AD UN HORROR ACTION diventando un'ICONA DEL GENERE. E per quanto si voglia storcere il naso, a mio parere è così.
Dopo sei o sette film in cui si ripropone come la donna d'acciaio in un mondo di mostri (conto anche film come IL QUARTO TIPO) la ragazza si merita di entrare nel piccolo olimpo oscuro a fianco di Bruce Campbell, se non per qualità almeno per quantità (vedi nightmere).
E Milla e il Resident Evil di suo marito divengono un segno dei tempi che passano, dell'evoluzione (o involuzione?) dell'horror in action /horror adatto ai tempi che corrono, VERO POP, trama e intreccio digeribili da chiunque, poche elocubrazioni e tanti salti mortali e mitra e asce e zombi e un riscontro ottimo al botteghino.
Il futuro dell'horror, vi piaccia o no, è una figa bionda che spara in faccia a dei morti viventi...
... secondo me non c'è da lamentarsi troppo.
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