Dead Rising 2 è qui. E' arrivato, nel bene o nel male, con i suoi litri di sangue, i suoi centinaia di zombie, le sue armi inventate e la sua meccanica di gioco unica.
Avete 72 due a tirare a campare. 72 ore che sono intense come tutta la vita.
Voi siete l'ex pilota di motocross Chuck Greene che cerca di recuperare lo Zombrex (unico farmaco che ritarda gli effetti del contagio zombie) per vostra figlia e l'unico modo per farlo è massacrare zombie in un gioco a prove chiamato "Terror is Reality" in cui si vincono soldi.
Certo, il mondo è andato a puttane, i morti si sono risvegliati ed hanno iniziato a mangiare i vivi ma c'è sempre chi è disposto a pagare bene un pazzo che guida una moto con due motoseghe pronte a ridurre in brandelli i "diversamente -vivi".
Finchè c'è chi paga, c'è chi vende ed allora anche il farmaco Zombrex viene dato ,solo a chi se lo può permettere.
Ma tu, Chuck, non hai la possibilità di permettertelo... ma devi averlo.
Un gioco che dura 72 ore, tre giorni da quando i cancelli che contenevano gli zombie usati per Terror is Reality sono stati liberati a Fortune City ed hanno iniziato a mangiare gente.
72 ore in cui potrete investigare su chi ha cercato d'incastrarvi.
72 ore per decidere se salvare civili oppure uccidere zombie in modi sempre più atroci e geniali.
72 ore per somministrare regolarmente il preziosissimo Zombrex alla vostra bambina.
Per ora ci ho giocato ancora poco per dare un Giudizio Gratuito, da quello che ho visto c'è tanto divertimento, qualche pecca grafica e un personaggio in costante crescita come nei migliori GDR.
mercoledì 29 settembre 2010
Welcome to Fortune City.
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giovedì 23 settembre 2010
Spiderman shattered dimensions
Facciamola breve: una misteriosa tavoletta rende i nemici ancor più brutti e cattivi, se non viene riassemblata dall'amichevole uomo ragno di quartiere le varie reltà collasseranno.
E così iniziamo un breve platform senza trama in cui impersoniamo il forte (infestato dal venomita) uomo ragno della versione Ultimate, il silenzioso (preso al 100% dal precedente gioco di Batman, solo che qui lo stile stealth è copiato male) uomo ragno noir, il bravo Miguel O'ara (si scrive così?) nei panni di spiderman 2099 e il classico amazing con la tuta rossoblu.
Madame Web consiglia, tante sfide nella "ragnatela del destino" e potenziamenti dei vari spiderman, sia del personaggio che delle sue tecniche.
Tanta roba, tanta carne al fuoco, tante idee divertenti sviluppate da cani.
Bug vistosi (spiderman che cammina nel cielo, robe che appaiono e scompaiono, il protagonista che si blocca in determinati punti della mappa) e i sottotitoli che appaiono solo quando vogliono loro (nello schema dell'avvoltoio c'è un dialogo intero che porta verso il mostro finale che non viene tradotto, nel livello di Deadpool pure).
Occasione mancata alla grande, gioco solo per veri FAN. Ovviamente SE continuerete ad essere FAN dopo averlo giocato.
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lunedì 20 settembre 2010
ItaGliani gente da poco.
venerdì 17 settembre 2010
Resident Evil e Milla
L'ultimo lavoro dei cognugi Anderson (rispettivamente occupati alla regia e nel ruolo della protagonista) è una cavolata che risulta assai difficile da digerire. Senza capo, senza coda e con una sovrabbondanza di scene action fini a sè stesse ma senza alcuna reale potenzialità di eccitare, il troppo stroppia e dopo che nei primi dieci minuti Paul mette tutta l'azione di questo mondo il resto si risolve come noia.
Tolta completamente la componente horror per una simil trama che attinge a piene mani da L'Alba dei Morti viventi di Romero e da Walking Dead, aggiunta una grafica 3d cafona che esaspera le scene per vantarsi del fatto che esiste; ci troviamo davanti ad un brutto film che è però riuscito ad incassare 11 milioni al botteghino americano nel primo week end di programmazione.
Ancora non viene spiegfata la fine di Jill che è scomparsa dopo Apocalypse ma è bizzarro vedere come Andrson risolve in cinque minuti gli strafalcioni del finale di extinction. Altra cosa che sta molto sul cazzo.
Poi s'abbonda di scemenze (come le cellule anti virus T che lo divorano con tanto di effetti sonori) e si fa l'occhiolino al 5 capitolo della serie videoludica per far felici i fans (wesker che si muove come neo in Matrix, Chris, le Plagas).
Di tutto questo si salva solo la divina Milla Jovovich che è una bellezza da vedere ed ancora una volta si presta AD UN HORROR ACTION diventando un'ICONA DEL GENERE. E per quanto si voglia storcere il naso, a mio parere è così.
Dopo sei o sette film in cui si ripropone come la donna d'acciaio in un mondo di mostri (conto anche film come IL QUARTO TIPO) la ragazza si merita di entrare nel piccolo olimpo oscuro a fianco di Bruce Campbell, se non per qualità almeno per quantità (vedi nightmere).
E Milla e il Resident Evil di suo marito divengono un segno dei tempi che passano, dell'evoluzione (o involuzione?) dell'horror in action /horror adatto ai tempi che corrono, VERO POP, trama e intreccio digeribili da chiunque, poche elocubrazioni e tanti salti mortali e mitra e asce e zombi e un riscontro ottimo al botteghino.
Il futuro dell'horror, vi piaccia o no, è una figa bionda che spara in faccia a dei morti viventi...
... secondo me non c'è da lamentarsi troppo.
giovedì 16 settembre 2010
SONO BONDI, JAMES BONDI.
Grandi giorni per il cinema: è stato annunciata la parodia porno The Human Sexipede, si festeggia per l'uscita del Blue Ray dei 35 anni di The Rocky Horror Picture Show, I'm Still Here è una bufala (ma già si sapeva) e Bondi parla.
Eh?
Si, Bondi. Il ministo. Quello per i Beni e le Attività Culturali. Quello che la ex ha detto che la picchiava. Quello che prima è comunista, poi no, poi forse ed in fine gioca il Jolly come in Giochi senza Frontiere.
Leggo dal corriere.it :«I risultati del Festival - sostiene Bondi nell'intervista - costringono tutti ad aprire gli occhi e fare autocritica». Il ministro critica sia il presidente della giuria, il regista americano Quentin Tarantino, sia Marco Müller, il direttore della mostra: «Tarantino è espressione di una cultura elitaria, relativista e snobistica.
Peccato. Peccato perchè anche se non impazzisco per Tarantino io SO che è uno bravo.
Peccato perchè Tarantino, quello con la faccia brutta e la maglia degli AC/DC che girava per il Lido- ha fatto di più per il cinema italiano che il "Ministero bla bla Natale a Beverly Hills è un film d'essai" ha fatto da quando è stato concepito (1973, spero) ad oggi.
Tarantino ha comparato centinaia di titoli destinati al NULLA, titoli di film Italiani, e li ha riabilitati e fatti uscire in Dvd in madre patria. Loro hanno i nostri film in Dvd e noi no, è quasi ironico a pensarci.
Oltre alla gratitudine per Tarntino che è a tutti gli effetti uno qualificato per essere un presidente della giuria dobbiamo ricordarci che i film italiani presentati al Lido hanno SFIGURATO a confronto di quelli degli altri stati, ergo: se giochi in casa non devi per forza vincere, è una questione di qualità. Poi che la Coppola si sia portata a casa un premio tra applausi e fischi è relativo, io il suo film l'ho visto e non mi è dispiaciuto... però avrei fatto vincere Zebraman 2.
Ma io non sono un giurato a Cannes, che comunque hanno conferito i premi all'unanimità.
Altro piccolo commento è su Marco Müller, tipo di così poche vedute che è riuscito a far crescere la manifestazione al Lido (ne è a capo dal 2004) sino a farla risplendere di luce propria anche nelle annate più buie del cinema italiano (cioè gli ultimi 20 anni...?), ma secondo Bondi non va bene nemmeno lui.
Bondi infine rilascia la sua promessa (minaccia, terribile minaccia!) al giornale Panorama: “Siccome i finanziamenti sono dello Stato, d’ora in poi intendo mettere becco anche nella scelta dei membri della giuria del Festival del cinema di Venezia”.
Ma io dico, cazzo, per una cosa in Italia che ha la possibilità di funzionare, per l'unico festival di grande appeal risolleva un minimo l'Italia cinematografica dalla melma...
... perchè cazzo uno così deve mettersi in mezzo?
martedì 14 settembre 2010
Just Cause 2
INTRO: c'era un tempo dove l'uscita di un gioco Squaresoft era considerato un evento di portata sproporzionata, il piccolo gruppo di sviluppatori per floppy che si era evoluto con la sua "Fantasia Finale" fino a diventire una major dominante nel mercato era sinonimo di qualità, divertimento e garanzia di novità.
Quando la Squaresoft si unì con la storica rivale Enix - rivale sul campo dei Jrpg- per divenire Square Enix era logico aspettarsi prodotti migliorati ancor di più, veri e propri capolavori.
Eppure in tanti anni di fusione i giochi stupendi si contano sulle dita di una mano, da parte mia ricordo solo Dragon Quest: L'odissea del Re maledetto.
Ora quando esce un gioco Square Enix io mi afferro il naso e me lo tappo, sperando che per una volta non sia una stronzata.
Ad oggi ho ancora il naso tappato.
CORPUS: rilasciato quest'anno da Square Enix e seguito del ben più brutto gioco del 2002 ecco arrivare Just Cause 2!
Prendete Vin Disel nelle scene più tamarre di XXX e fategli sniffare Viagra (e pure mettere un parrucchino), chiamate Bay e dategli litri di tritolo e lasciatelo marcire in regia ed ecco che avrete Just Cause 2: GTA tamarro a livelli estremi.
L'agente Rico Rodriguez s'infiltra nell'isola di Panau per assassinare l'ex agente divenuto governatore della stessa, ma per farlo dovrà scendere a patti con la mafia e le gang locali per guadagnare favori sotto la falsa identità del mercenario "Scorpio".
Ovviamente ciò comprenderà migliaia di esplosioni, demolizioni, furti (anche di aerei... in volo), omicidi e chi più ne ha più ne metta.
Ciò che fa la differenza in questo gioco è l'uso del rampino di Rico con il quale potrà inventare mosse allucinati a gogo.
OUTRO: purtroppo di GTA, Just Cause 2, ne condivide solo il free roaming barattando una buona trama (San Andreas) per tanti piccoli colpi di genio che però non sono mai sfruttati a pieno (acrobazie sulle macchine in corsa che però sono sempre troppo poche e spesso inutili, l'uso del rampino che diventa frustrante quando OGNI parete può essere scalata con la combinazione punto-salto-sparo, a discapito del tempo di gioco)e persino l'abnorme ambiente diventa penalizzante.
Immaginate uno dei punti deboli di Dead Red Redemption, la mappa gigante e noiosa, e raddoppiatelo... anzi! Quadrupicatelo. Qui si parla di decine di minuti di gioco in cui uno pirla in giro per dei monti del cazzo per arrivare al punto in cui inizia la missione... è debilitante. Davvero.
Inoltre la bella grafica è penalizzata da un mucchio di bug diversi.
Altra occasione Square Enix buttata nel cesso.
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Panda motivatore della settimana: panda con il viso tenero ma cervello sveglio.
venerdì 10 settembre 2010
TORADORA! ovvero Voglio tornare al liceo!
Ogni tanto capita di vedere certe cose che non ti aspetti, che ti pizzicano le corde giuste al momento propizio e generano GOOD VIB.
TORADORA! è una di queste cose, un anime - non ho problemi a dirlo- sentimentale che mi ha colpito molto.
Lontano da robe cenciose come "Piccoli problemi di cuore" (o qualsiasi sia il suo vero nome) vanta un cast di personaggi eccezionali e ridefiniti in ogni sfaccettatura dell'animo e del carattere: Ryūji Takasu è il protagonista maschile con lo sguardo truce ma manie da massaia, Ami Kawashima è la VIP che nasconde la sua indole burbera e viziata per non cambiare la percezione di ragazza "acqua e sappone" che gli altri hanno di lei, Minori Kushieda è una che sprizza energia da tutti i pori e che non solo fa più lavori ma è anche una sprtiva ed un'otaku, Yūsaku Kitamura è il grande amico un pò genio e un poco esibizionista e per ultima c'è la stupenda protagonista femminile Taiga Aisaka detta la Tigre Palmare.
Personalmente mi sono visto tutta la serie di 25 episodi in un solo week end e sono passato da scettico in cerca di hentai a fan convinto, sicuro che anche senza i bellissimi personaggi di contorno la serie poteva tranquillamente andare avanti con la solita presenza di Riuiji e Taiga e del loro complicato rapporto senza mai stancare.
La storia tratta dell'ultimo anno di liceo di questi giovani ragazzi che si trovano tutti nella stessa classe, ben presto Taiga e Riuiji decideranno di spalleggiarsi per conquistare rispettivamente Kitamura e Midori, aggiungere altro sarebbe rovinarvi la bella storia.
Nonostante la lentezza di alcuni episodi rimangono impresse allo spettatore determinate scene, magari agrodolci ed altre molto romantiche.
Dieci e Lode per la tigre palmare TAIGA, personaggio che non si dimentica: piccolina e bella (tanto da sembrare una bambola) è però una ragazza dal carattere irruento e irascibile tanto da essere conosciuta come Palmtop Tiger (la tigre che sta sul palmo di una mano); dopo aver visto la serie è bello andare a vedersi la prima e l'ultima puntata per capire quanto sono mutati e cresciuti (al contrario di quanto afferma Riuiji nella serie) i personaggi di questo anime.
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martedì 7 settembre 2010
L'amico Nippo-Veneziano che non ti aspettavi: ZEBRAMAN di Takashi Miike
Presentato ieri al Lido in coppia con il sequel (Zebraman 2), questo film è del 2004 per la regia di Takashi Miike.
Si, proprio quello di Visitor Q, Ichi the Killer e Yatterman.
La prima cosa che ho pensato subito dopo i titoli di testa è stata una masticata parolaccia per la CG abbastanza imbarazzante (anche se il film ha oramai la sua età) ma soprattutto a come cazzo fa Miike a girare così tanti film.
No, dico sul serio. Ma quanti film gli fanno fare a sto qui? Due all'anno? Vabbè.
Il film è...
allora...
Immaginate se a Peter Parker mentre ripete il dogma dello zio Ben "da un grande potere derivano grandi responsabilità" una Mary Jane gli rispondesse "eH CHECCOSSA??"
Immaginate un Bruce WAyne che non s'ispira al pipistrello come simbolo adottato per sconfiggere il crimine, ma ai Power Rengers.
Aggiungete un pizzico soltanto di gore per non renderlo un film Disney e l'ironia che solo i giapponesi percepiscono come divertente (tranne il missile con scritto "MADE IN USA", quello mi ha fatto ridere pure a me).
Mettete caucciù, stoffa e gomma piuma e CG da seconda mano, e otterrete:
ESATTO CAZZO, AVRETE ZEBRAMAN!!!! (qui sopra durante l'esecuzione della mozza "Zebra bomber")
Il film è un continuo omaggiare le vecchie serie TV supereroistiche giappoonesi come Ultraman, tanto che per realizzare le vecchie puntate di Zebraman Miike ha usato una pellicola sgranata in 16 mm per ottenere l'effetto "vintage".
La trama è semplice: nel Giappone del 2010 degli strani mostri vengono avvistati, pterodattili e astici giganti, tartarughi strani e un assassino che si maschera da granchio. In questo mondo immerso nel caos si muove il maestro di scuola elementare Shinichi Ichikawa.
Goffo, maldestro, con una moglie in carriera che lo snobba, un figlio che non riesce a proteggere dai bulli della scuola e la figlia troia.
La vita di Shinichi è a pezzi, ma lui vive con la sua passione segreta per un cartoon che vedeva quando era piccolo: "Zebraman".
Cancellato dopo solo 7 episodi e visto solo una volta dal protagonista ne ha comunque segnato la vita, tanto che Shinichi si è cucito un costume da supereroe da solo.
Dopo l'arrivo di un bimbo semiparalizzato con la sua stessa passione Ichikawa decide di mostrare il suo costume da Zebraman al piccolo, ma mentre si aggira per la città cercando di non essere visto, incappa in un uomo con la maschera da granchio che usa delle forbici (ma guarda un pò) come arma. Da qui il timido maestro scoprirà di avere in comune con Zebraman paerecchie cose... COMPRESI I SUOI POTERI!
Bello e divertente il film si mostra solo un poco fiacco nel finale e nel gestire i rapporti tra Shinichi e la sua famiglia - quasi del tutto ignorate madre e figlia, mentre con il figlio c'è una certa intesa ad un certo punto... ma troppe poche battute comunque- e ha dei bei buchi nella trama che ti fanno fare domande a cui nessuno ti può rispondere, forse perchè nemmeno Miike sa che cazzo ha combinato o forse perchè il film dovrebbe essere analizzato su più livelli, ma comunque rimane una bella prova.
Consigliato.
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Siamo ancora UOMINI: il MUCCHIO SELVAGGIO.
Esistono film che hanno scritto la storia del cinema, ed il Mucchio Selvaggio è uno di questi.
Una bellezza che in dieci minuti di film fa felici tutti: addetti ai lavori, stuntmen, action addict, i fan de "Arca Rissa" sul blog i 400 calci, feticisti dell'analisi metacontestuale e Tarantino.
Basta guardare l'inizio con i bambini che danno in pasto alle formiche rosse degli scorpioni che già capiamo in che genere di west ci troviamo: Tex Willer qui non ci fa nemmeno un passo. Una manipolo di soldati arriva in paese, garbati ad aiutare una signora che urtano mentre un predicatore addomestica la folla con i mali dell'alcol e il fatto che in quella città costi solo 5 cent.
Il gruppo di soldati entra nelle poste della tranquilla cittadina, da poco "quelli della ferrovia" hanno portato dell'argento a depositare.
Su un tetto un manipolo di uomini sporchi aspetta e studia il dafarsi con in pugno delle rivoltelle.
I "soldati" entrano nell'edificio, e subito viene svelata la loro reale natura, sono la banda di Pike Bishop e sono qui per l'argento.
I meno di un secondo si scatena l'inferno in una furibonda sparatoria tra i "buoni" killer - ex galeotti- accampati sul tetto e i "cattivi" rapinatori.
Uno splendido massacro mentre la processione delle comari dondolava in mezzo alla strada, una pila di cadaveri ovunque.
Finita la sparatoria i sopravvissuti della banda di Pike trottano verso il Messico ("un pezzo di Texas con contorno d'insalata), ma su di un'altura uno dei membri del gruppo s'accascia per terra. E' reso cieco da una ferita alla testa, come Tarantino ne "Le Iene" e Pike lo fredda con un colpo in testa.
Da qui inizierà l'epopea nelle terre del Messico soggiogato dai signori della guerra ed il folle inseguimento di Deke Thorton che deve fermare l'ex amico per non finire nuovamente in galera.
Questo film è leggenda e Sam Peckinpah alla macchina da presa scrive non solo uno dei più grandi western di tutti i tempi, ma anche il manuale del bravo regista Tarantiniano con zoom, flashback e ironia.
Il lavoro che viene fatto sulla pellicola è qualcosa di fine e facilmente apprezzabile da tutti, dove le fasi dell'ultimo colpo del bandito/uomo d'onore Pike vengono scandite dai volti dei bambini che incontra nella sua odissea, accopagnato da personaggi che raramente sono stati così caratterizzati come Dutch "il fedelissimo", Angelo "l'idealista rivoluzionario" e i due "scemi ma buoni" fratelli Gorch.
Una novella nera che c'insegna che l'eroismo può avere più forme e che la redenzione, anche quella non chiesta e per il peggiore degli uomini, può avvenire in ogni momento tramite l'onore e l'amicizia.
Non c'è nulla di casuale nel Texas/Messico di Peckinpah dove « Tutti sogniamo di tornare bambini, anche i peggiori di noi. Forse i peggiori lo sognano più di tutti.»
E ne sono la prova i comportamenti degli uomini (molto più peccaminosi che i soliti eroi del west Eastwoodiano) e le reazioni che intercorrono tra di loro.
Un film da vedere, amare e rivedere.
E poi... di finali così epici non se ne fanno più!
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In via del tutto esclusiva, al posto del Panda motivatore della settimana c'è la Palmtop Tiger Taiga.
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lunedì 6 settembre 2010
EATERS: Fratelli d'Italia.
Mi è arrivata su Facebook la mail con il trailer in HD. E'stupendo.
Eaters è una produzione zomboide made in Italy, fatta da ragazzi che -fino ad ora- pare ne sappiano parecchio di film e dintorni.
Tra i produttori spicca Uwe Boll.
Nulla da aggiungere (esclusi i miei più sinceri auguri) mentre l'Hype sale.
giovedì 2 settembre 2010
Abbiamo solo da sfregarci di gaudio le mani ma con l'acca davanti.
è prossimo.
Se esiste un fumetto di zombie che doveva essere letto è the Walking Dead.
Speriamo la stessa cosa valga per il serial tv.
mercoledì 1 settembre 2010
F.L.C.L. : se non fai ruotare la mazza...
La GAINAX (colosso dell'animazione giapponese, conosciuto soprattutto per Evangelion) sforna intorno alla fine del secondo millennio questa serie anime no-sense sotto questa sigla "F.L.C.L." di cui ancora si suppone l'origine senza avere una sicurezza.
Cartone girato con tecniche d'animazione allora "innovative" che è sicuramente bello da vedersi ma che non si riesce a gustare per nulla. Non ha senso ma non mi fa nemmeno ridere, per questo lo guardo con odio viscerale.
La storia tratta del ragazzino delle elementari Naota che vive con il padre e il nonno ed ad un certo punto viene colpito in fronte da Haruko, una rAGAZZA a bordo di una Vespa che brandisce un basso elettrico.
Esce un bernoccolo dalla fronte di Naota e dal bernoccolo escono due robot che combattono (?) e tra una palla e l'altra ci si trascina per sei episodi da 25 minuti l'uno.
Sei episodi pieni di nulla, in un'aventura che io ho percepito come la scoperta della sessualità di Naota, per un paio di rimandi e di situazioni che si vengono a creare, ma che può tranquillamente significare qualcos'altro.
O peggio.
Magari non significano davvero nulla.
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