mercoledì 20 gennaio 2010
John Carpenter's FOG.
....o per il cinema italiano The Fog (mah...) .
JOHN CARPENTER'S FOG.
1980, Studiocanal Image, ovviamente diretto e musicalmente (si può dire "musicalmente"?) curato da John Carpenter ed al suo fianco la produttrice di sempre Debra Hill nonchè la sua attrice-feticcio preferita Jamie Lee Curtis, altri attori: Adrienne Barbeau, John Houseman, Janet Leight, Tommy Atkins, Nancy Loomis (avete capito bene, miei cari ossessionati della saga di Mayers, questa si chiama Loomis) e l'indimenticabile cammeo di Hal Holbrook nei panni di padre Malone -che incredibilmente è quello che meglio ha interpretato il tipico personaggio- guida- babbo punto fermo in quasi tutti i film di Carpenter-.
Bèh dette queste caratteristiche tecniche giungiamo alla trama, semplice a prima vista ma via via sempre più "orribilmente intrigante" come è consuetudine del regista, che dopo aver indirizzato lo spettatore verso il diablo di turno lo condisce con cento e più sfumature indirette rendendolo sempre più vero e per l'amor del cielo, incredibilmente carico di phatos.
Siamo in una cittadina di pescatori sulle coste della California a San Antonio Bay ( buon giorno mr. Lovecraft) dove sta per cadere il centenario della città (21 Aprile) quando un peschereccio, avvolto da una misteriosa nebbia, viene ritrovato con gli occupanti tutti morti. Per la precisione viene ritrovato solo uno dei tre occupanti, e senza occhi.
Ma come tutto qui? Bèh forse ho dimenticato di dirvi che la nebbia è a dir poco "ectoplasmatica" e che in essa si aggirano i defunti lebbrosi che il capitano Drake (hummm...ma quante citazioni) cercò di portare in salvo100 anni prima. Forse non vi ho detto che gli antenati dei cittadini di San Antonio Bay hanno deciso l'omicidio dei lebbrosi facendoli affogare in mare con un tranello. Forse, e qui ho finito, avrei dovuto farvi capire il leggiero astio dei non morti verso i cittadini della città.
Come al solito Carpenter confeziona un piccolo capolavoro registicamente parlando, l'introduzione della leggenda di Drake e i titoli di testa (siparietto- campana- siparietto) sono una chicca mica male, l'aria pesante che ci fa respirare il regista non è da poco, inquadrature della nebbia che silenziosa ingloba la città, gli zombie che ricordano lo stile in cui erano inquadrati ( oppure non inquadrati?) i vietnamiti in Platoon e la tensione resa in modo impeccabile con immagini frenetiche che saltano da un capo all'altro della città legata solo dal grido disperato di una madre alla radio "mio figlio è a casa da solo, qualcuno lo salvi..." lucido caos, idilliaco delirio per gli amanti dell'horror Carpenteriano.
Eppure...è uno dei suoi film meno riusciti. Eggià. Ovvio che comunque a mio parere si merita un bell’inchino ma certe cose non possono essere perdonate: Jake il meterologo muore con la mossa di Spok di Star Trek eseguita da uno Zombie, il pezzo di nave dove s'intravede il nome della barca di Drake e che poi cambia l'iscrizione con l'epitaffio "6 moriranno" è prima di 50 cm, poi di 30 e poi ancora di 60. Mah.
La trama è legata in alcuni punti proprio da uno sputo... ( vedi la telefonata che fa incontrare la direttrice della radio con il protagonista che è + o - " ho trovato i cadaveri dei miei amici sulla barca" "ed io un pezzo di legno maledetto...")... ma dopotutto il film risulta comunque piacevole e meritevole di essere visto.
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