Dopo le mezze recensioni inconcludenti dell'ultima volta ecco a voi un piccolo capolavoro della cinematografia in cui lo stesso regista - quantomeno nel Dvd- vi mette in guardia: "Questo film potrebbe non piacervi!"
Mettiamo subito i puntini sulle q e nettiamo ogni possibile dubbio: Terry Gilliam è un maestro nel trattare la sua arte e sono anni che è sulla piazza a sfornare capolavori.
Io recensisco questo film perchè tra i tanti è quello che all'occhio di un regista - cosa che io non sono, ma aspiro un dì ad essere- risulta essere l'emblema di una scuola immaginifica che spinge... beh bando ai giri di parole ed al linguaggio malefico che non mi appartiene: la telecamera è un mezzo per narrare una storia okay? Quando giri ci sono vari modi per sfruttare quest'oggetto dedito all'autodistruzione, okay? Gilliam sposta la concezione un pò più in là di quello che il cinema normale è abituato a farci vedere e tramuta il vitreo obbiettivo della camera nel fantasticante sguardo di una bambina, okay?
Magia del cinema, ora che vi apprestate a vedere questo film siete diventati dei bimbi che vedono il mondo non in "bianco e nero con migliaia di sfumature di grigio in mezzo" ma bensì come se fosse filtrato da un caledoscopio. Spero che quell'oggetto che deforma le immagini e le colora si chiami così sennò ci faccio una figura del cazzo.
Alcuni avevano provato a sfruttare la magia del cinema per cambiare la nostra visione del mondo, pochi ci sono riusciti e Gilliam è forse stato il più bravo a farlo.
Subito il regista (ex membro dei Monty Python, regista di "Brazil", "la leggenda del re pescatore" etc...e la cui biografia potrebbe tranquillamente occupare un libro intero) ci mette in guardia, ti copmare così tra capo e collo prima della visione del film e ti dice: "Questo film potrebbe non piacerti, io l'ho fatto cercando di vedere il bimbo che è dentro di me... e ci ho trovato una bambina."
E qui tanto di cappello.
Senza ulteriori indugi veniamo trasportati nella tremenda realtà della piccola Jeliza-Rose (Jodelle Ferland), una bimba che non se la passa affatto bene; il padre Noah(Jeff Bridges) è una sorta di rockstar fallita e tossicomane che si fa preparare l'ennesima dose dalla figlia mentre perde il suo tempo a urlare contro la moglie "tuttaincipriatacomeunabarbie" e quando le cose si mettono davvero male il fattone Noah s'infila in un bus con la figlia e raggiunge la sperduta casa d'infanzia in Texas. Non c'è un cazzo davvero, solo una ferrovia e un sacco di prati.
Nel luogo ameno però il duo non riesce a trovare la sperata pace visto che Noah dopo poco muore per l'ennesima pera - fatta male? Overdose? boh.- e lascia la piccola Rose da sola in un mondo tutt'altro che ospitale.
Eppure... eppure noi vediamo tutto questo in modo magico, fantastico, incredibile.
Noi siamo Rose e vediamo il mondo come lei lo vede: c'è il fantasma dei prati, c'è la ferrovia "mostro marino", ci sono le amiche teste di bambola con cui parlare e anche la fauna locale non è che sta troppo zitta!
E così ci ritroviamo con il nostro cervello da - più o meno- adulti a vivere un'esperienza dura per chiunque ma le immagini che ci vengono mostrate, il mondo che ci viene rivelato è una nuova realtà - non una sostituzione di ciò che accade, ma una diversa visione delle tragedie ad opera di una bambina con un potere immaginifico che sembra esser illimitato- in cui tutto è incredibile.
I fatti che poi accadranno nella vita di Rose, i nuovi personaggi - anch'essi avulsi dalla tipica realtà: Dell è una folle e suo fratello Dickens è conciato parecchio peggio di lei- e le nuove avventure sono tutte una continua riscoperta di un mondo in cui ognuno di noi, in passato, è stato padrone.
Fare una completa analisi di ciò che ci si presenta innanzi agli occhi sarebbe troppo lungo e sfiancante, e poi sicuramente molte cose verranno comunque colte da chiunque schiacci il pulsante play sul dvd.
Ricordate che nulla accade per caso e che qui siamo innanzi ad un vero capolavoro di cinema che immagina, di personaggi che crescono e di un regista che nonostante gli pseudo- fallimenti subiti in passato continua a spingere di brutto.
Bravi.
p.s.: gli pseudo- fallimenti di Gilliam sono cose dovrebbero occupare un post a parte, elenco velocemente 3 casi:
"Le avventure del Barone di Münchausen" è preso spesso come esempio in cui la produzione spodesta il regista e mette bocca dove non dovrebbe, rovinando così un capolavoro annunciato.
Non ho ancora ben capito dove cazzo sia stato rovinato perchè secondo me è un film fantastico che mi si è stampato nel cervello da quando ero piccolo e lo vedevo sulle vhs registate da Italia uno.
"Brazil" c'è qualche critico - oh, non cito il nome perchè mica ce li buttano nelle liste dei giudizi negativi dei film o almeno io non ne ho trovati- che rompe il cazzo e dice che non è bello. Lo giuro. Brazil è un film epocale, come michia fai a dire che non è bello? Bah...
"Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo" beh tralasciando quella piccola faccenda sfigata della heam.. dipartita del protagonista, il quale è stato sostutuito da un cast di celebrità che non lavorano per la gloria e devono essere pagate e anche tanto - influendo sui costi di produzione- questo fantastico film è stato un flop al botteghino americano ( pochissime copie per la proiezione) e non ha avuto risultati eccezionali anche nel resto del mondo. Nonostante le prime settimane incoraggianti, infatti, la pellicola non ha mai tenuto testa alla classifica dei più visti anche se non ha incassato poco.
mercoledì 10 marzo 2010
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Munchausen piace un casino anche a Gilliam, i critici poveracci devono sempre dire un sacco di cazzate.
RispondiEliminae Tideland è una figata.
e Gilliam è un figo e tre quarti dei registi siddetti imparerebbero qualcosa del mestiere anche solo massaggiandogli le palle mentre si sfona i capelli.
this is Sfascia
pierlah!!!
Possiedi sempre una buona parte del mio rispetto Pierlah!
RispondiEliminae io che vorrei solo una la parte buona del tuo culo...
RispondiEliminaPIEEERLAAAHHHHH