lunedì 6 dicembre 2010

La ragazza che saltava nel tempo.



Non è magico come le opere di Miyazaki oppure quasi teologico come Tokyo Godfathers ma La Ragazza che Saltava nel tempo è permeato della fiabesca comunità della vita Giapponese, la scuola e la primavera, gli amici e il baseball giocato male in un campo semideserto e il portare piccoli doni ai famigliari.

In questo ambiente dove il susseguirsi sereno dei giorni è cosa buona, si muove la burrascosa e distratta e casinista e sfortunata (anche se lei è restia ad ammetterlo) Makoto Konno.
In un giorno come tanti altri Makoto ha un terribile incidente, la bici guasta non frena prima di un passaggio a livello e la poverina, sbattendo sulla sbarra di blocco del traffico, si vede catapultata proprio contro al treno di passaggio.

In quell'assolato giorno di Luglio Makoto muore. O meglio, sarebbe dovuta morire!

La ragazzina scopre di avere una particolare capacità: può saltare indietro nel tempo.
Così Makoto inizia a sfruttare la misteriosa capacità senza pensare che "il tempo non aspetta nessuno" (Zemekis rulez!) e si gode dieci ore filate di Karaoke, quando non c'è carne a cena torna alla sera precedente per gustarsela, spende i soldi per cibarie per poi tornare indietro nel tempo con la pancia piena e i soldi in tasca.

La ragazza si diverte, fino ad un certo punto.

Tutto molto situation commedy, tutto molto leggero etc etc... certo ad un certo punto Makoto compromette con il suo uso bislacco del potere l'amicizia/amore (?) con l'amico Chiaki, ma il vero dramma avverrà quando la giovane scoprirà che ogni volta che lei ha cambiato gli eventi della storia a suo favore, qualcun'altro ne ha pagato lo scotto.

Il cartone così diventa sempre meno leggero per arrivare nell'abisso della tragedia, ma non tutto è perduto! Con il potere di cambiare il tempo e con nuove rivelazioni sul futuro... tutto è possibile.

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