mercoledì 9 giugno 2010

SPARTACUS: Blood and Sand



Bella bega recensire una serie tv, per come la vedo io bisognerebbe prendere ogni singolo episodio (12 o 13, a seconda del Pilot) e analizzarlo per avere un quadro davvero chiaro, ma d'altronde chi cazzo ha voglia di fare un lavoraccio simile?
Perciò ecco le mie opinioni generali su Spartacus: blood and Sand.

Di qualità anni luce lontana dallo Spartacus di Kubrik e dallo Spartaco di Riccardo Freda, questo vecchio/nuovo gladiatore dell'antica Roma si ripropone protagonista di una serie che ricalca a grandi (anzi, a grandissime) linee il capolavoro di Kubrik.
Veste grafica tutta nuova per questa serie prodotta dalla coraggiosa Starz (abbondano scene di violenza e ci sono scene di nudo integrale sia femminile che maschile, che nemmeno in True Blood e Californication ci hanno regalato) che si rifà all'effetto Snyder della sua trasposizione cinematografica del 300 di Miller, peccato però che la CG di questo Spartacus: blood and Sand non sia davvero all'altezza dei virtuosismi (pop o meno, giudicate poi voi) del regista americano.
Spesso è usato il blu screen con scorrimento d'immagini mentre l'attore passeggia avanti e in dietro (puntanta 2 o pilot, Doctore che passeggia per ex.) e se questo stile assolutamente comics vi fa pizzicare il cervello... indovinate che c'è tra i produttori? Eh, già il buon vecchio Sam Raimi!
Sempre il migliore cazzo, da Hercules a Xena!!!

Comunque, il montaggio che abbonda di slowmotion (o rallenty, fate voi), non sempre abbastanza tamarri, ha la bella idea di tenere conto del fattore "sangue", che ripreso da Zatoichi del mitico Takeshi è completamente in cg per poter essere controllato in ogni sua uscita ed è spesso usato come cesoia tra una location e l'altra.
Della scuola Raimi troviamo anche abbondanza di "menti pensanti" con attore fermo e turbini d'immagini che volteggiano sul blue screen.

Per la serie è scritta da zoticoni, perchè un conto è Kubrik che mi fa parlare il popolo bue in americanaccio e i ricchi in inglese da ora del the, n'altra roba è sentire tutti che dicono "fatti fottere" o "c'ho le gonadi sborrate" oppure anche un semplice "Vaffanculo".
Potevano prendere il chiaro stampo 300esco dove nessuno dice VAFFANCULO, oppure potevano usare i vecchi poemi greci e latini per trovare nuovi e divertenti insulti ( il "faccia di cane" di Achille ha fatto scuola) e invece ci troviamo in una Roma del 73 a.C. con la sceneggiatura di The Shield.

Per gli attori è tutto un altro paio di maniche, escluso il protagonista che è ovviamente un cool Andy Whitfield alla prima prova da main charter e che ci diverte come clone di Gesù Cristo nella prima puntata, per poi perdere capelli e combattere come una ballerina nelle altre (perchè, vi aspettavate sane risse? No, qui ci sono proprio duelli!).
Ottimo John Hannah che ero davvero abituato ad apprezzare come giullare di corte nei film de La Mummia, qui nei panni del doppiogiochista Batiatus.
Stupenda, immensa MILF Lucy Lawless (XENA!!!) che finalmente regala a noi della vecchia guardia di Italia uno le sue belle e tonde tette.
E' come spiare l'amica modella di vostra madre mentre va in bagno, come c'insegna il buon Pierino.
Infine non si può passare oltre al Doctore Peter Mensah; chi ha l'horror nel sangue sa di cosa sto parlando.

In definitiva: tante tette, un pò di pelo e un sacco di combattimenti.
Troppi cazzi inquadrati per i miei gusti, ma son cose che succedono.

Consigliato a chi vuole vedersi qualcosa di veloce e disimpegnato, facilmente digeribile... se vi aspettate qualcosa di più che la versione pettinata di "The contender of Muay Thai" siete sulla strada sbagliata.

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Ma c'è lei con le poppe fuori!

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