sabato 15 maggio 2010

Il terrore sul mondo - The Creature Walks Among Us



Ah, una perla d'altri tempi... i mitici anni 50!
Le pistole laser erano come quelle della chicco ma nessuno rideva, i mostri erano alieni oppure mutanti ed avevano tutti un attire pari a quello di Ronald MacDonald, le donne erano solamente oggetti e l'uomo era o maschio o perdente.
Bei tempi.
E così mi ritrovo nella mia videoteca personale un film d'annata 59/60 in bianco e nero, uno di quei seguiti tirati avanti a calci in culo come si faceva una volta (hops! Dimenticavo la serie di SAW!)e girati con tutte quelle cose che divertono noi mezzi registi e mezzi barboni: sfondi in movimento per gli sopostamenti sui mezzi (quando avviene un dialogo tra personaggi, sennò via con il campo lungo!), tanta sana ingenuità dove il peggio barbone e il meglio scienziato hanno un registro linguistico uguale, la totale mancanza di punti morti e tante tante sane ingenuità che vanno dai movimenti della creatura allo svilupparsi della trama.
E poi c'è il caucciù. E tutti amano il caucciù.

Secondo sequel de "il mostro della laguna nera" (1954) che con "La vendetta del mostro" conclude la trilogia incentrata sul baccalà amazzonico e antropomorfo che ha ritagliato un posto speciale nei big del cinema horror tra Dracula e simili è sicuramente il film che più mi ha colpito di tutta la saga.
Perchè?

Punto uno: il mostro nuota spudoratamente a stile libero. Alla morte l'immaginazione!

Punto due: il mostro nella sua improbabile mutazione in creatura terrestre diventa palesemente un negro da ghetto.

Punto tre: nel suo essere ingenuo e per gli spettatori dei nostri anni involontariamente comico, il terzo capitlo del mostro della laguna nera ci rtegala svariati spunti di riflessione.

Ma prima la trama: una spedizione di scienziati e una donna vanno a cacciare il mostro. Una volta catturato scoprono che esso "evolve" in terrestre se allontanato dall'acqua e una donna. Lo portano via dal cazzo di mare dove sta e vedono che succede, per ulteriori informazioni vedere il film. E una donna.

Allora, come avrete capito la trama è un pò troppo fantasiosa ma a noi non ci fotte una sega e passiamo immediatamente all'"... e una donna" che a me pare la cosa più interessante.
Allora, ai tempi non esistevano le zoccole ma solo le mogli fedeli ma annoiate ed ecco che sin dall'inizio del film ci viene presentato quello che secondo me è il personaggio più interessante: Marcia Barton (Leigh Snowden).
Moglie annoiata, disillusa e bistrattata del (dal) Dottor William, ricco capo della spedizione essa si presenta a noi come la classica Paris Hilton dei tempi, ma con più cervello.
Ora, l'evoluzione del personaggio di questa donna è davvvero affascinante perchè circondata da sue "possibili metà" con cui però non riesce mai a confrontarsi ma solo a scontrarsi, una sua controparte maschile è il marito William Barton, luminare che rappresenta la ragazza che Marcia fu ovvero amante degli studi e curiosa, poi c'è la parte passionale e proibita della rude guida della spedizione Jed Grant che da fiducia alla ragazza più volte andando contro alle decisioni del datore di lavoro (nonchè marito della stessa) ma in fondo riesce solo ad essere uno stereotipo manesco di un vero uomo, ritrovandosi purtroppo ad essere più che altro un macho di seconda mano, ed infine c'è la scelta giusta ma solo bisbigliata del confidente e comprensivo Dr. Thomas a cui Marcia non può mai realmente sottrarsi anche se fedele ai voti matrimoniali.
Affascinante il fatto che Marcia è in tutto e per tutto una sorta di terreno neutro la cui controparte è effettivamente la mutazione del mostro della Laguna nera in uomo. Complementari che vengono cambiati dal corso della storia, un piano di sentimenti che si ritrovano ad esser "puri" o "non mutati" sino alla tragica fine della vicenda dove verrano nuovamente sbilanciati e ritorneranno, sia Marcia che il Mostro della Laguna ad uno status equo per entrambi.
Ovviamente questa è solo una mia teoria.
E comunque non c'è storia d'amore con il mostro.

Altra parte divertente del film sono le teorie dei dottori per le quali il "selvaggio" e il "naturale" siano probabilmente (e alla fine del film vedremo che è effettivamente così e, anzi, lo snaturare un essere dalla propria condizione porta a trasformarlo in un negro del ghetto) sinonimo di purezza e una primordiale bontà, mentre il continuo tentativo di indurre la civilizzazione e tutti i vari riferimenti all'evoluzione indotta dalla modernità trasfomino l'uomo in un mostro.
E il mostro della laguna in un negro del ghetto... sta cosa mi ha davvero colpito, cioè è puro razzismo! Comunque... anche qui ci sono molti spunti da approfondire se questa fosse una seria analisi o recensione.

Buoni sentimenti, evoluzioni ed involuzioni, mostri uomani con dottorati in medicina e mostri selvaggi a cui se funzionano i polmoni avviene una digievoluzione.

Gran cosa.


P.S. pensate che il Mostro della LAguna nera (primo capitolo della saga, dove c'è la famosa scena della creatura che rapisce la bella e s'avvia nell'acqua) fu girato con la tecnologia 3d. Pensa te.

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