sabato 15 maggio 2010

GOOD VIBRATIONS, perchè tutti ogni tanto ne hanno bisogno.

Ecco un paio di film che emettono good vib, niente sfondamento delle parti o metacinema, nessuno strano archetipo o altre parole di cui non so il significato ma solo good vib.



PAGEMASTER
Quando il sangue di Macaulay Culkin non era ancora un miscuglio di droghe, il "bimbo prodigio" di Hollywood macinava soldi a palate con film per giovani e adulti come "Mamma ho perso l'aereo" e tra i suoi successi e tormentoni non possiamo dimenticare questo bel film d'animazione con testa e coda girate nel mondo reale.
Richard è un bimbo babbo che non fa mai nulla perchè è fissato con le statistiche e gli incidenti domestici, il papà e la mamma pensano che sia un poco rimbambito e lui non fa nulla per dissipare questi dubbi. Un giorno il piccolo Richard finisce per ripararsi da un temporale in una biblioteca enorme e qui come un pirla sbatte la testa e si ritrova in un mondo cartoon dove dovrà affrontare le sue paure attraverso tre diversi generi letterari (orrore, avventura e fantasia), a fargli da compagno di viaggio ci saranno tre libri animati che presto diventeranno suoi amici: il pavido Horror, il burbero dal cuore d'oro Avventura e l'irascibile Fantasia.
Ci sarebbe da spendere un pò di tempo ad analizzare la psicologia dei libri, soprattutto quella di Horror che in principio riflette quella di Richard, ma preferisco porre una domanda: avere tre libri come migliori amici non ti fa diventare un poco asociale?

Vabbè, non dimentichiamoci del cast stellare del film, tra cui ci sono idoli come Leonard Nimoy (Spok di Star Trek) , Christopher Lloyd (il "Doc" di ritorno al futuro), Whoopi Goldberg (la cioccolatona di Sister Act) e Patrick Stewart (Xavier e il capitano Jean Luc Picar).




Dalla regia di un pezzo da novanta come Satoshi Kon (i bellissimi Perfect Blue e Paprika) non poteva che uscire un capolavoro dell'animazione giapponese, e in effetti Tokyo Godfathers è un lungometraggio animato talmente gustoso che nonostante le forti influenze giapponesi (... beh essendo giappo non è che potevano influenzarlo i somali, ma comunque fa scena la frase) riesce ad attrarre anche gli spettatori occidentali non avvezzi ai cartoon (sorry, anime) d'oriente.
Mettiamo subito in chiaro che non ci sono scene di lotta, nessuno si trasforma e non ci sono raggi laser. Però c'è un finocchio.
E non intendo l'ortaggio.
La trama è presto detta: tre barboni (ognuno con i propri "fantasmi" del passato) trovano una bimba abbandonata nella monnezza la vigilia di Natale. Subito dopo le polemiche decidono che il "dono del signore" dev'essere riportato NON alla polizia (come farebbe chiunque) ma bensì ai genitori che l'hanno abbandonata.
Tanti buoni sentimenti, tanti colpi di scena emotivi, ottima animazione e personaggi squisiti rendono questa commedia "on the road" (in tutti i sensi) assolutamente godibile tanto da far passare in secondo piano la somma di coincidenze "fatali" (volute dal fato) che portano avanti la storia.
Ovviamente nulla avviene per caso, c'è sempre una sorta di spirito (Dio?) che fa avvenire piccoli e silenziosi miracoli per fare arrivare al lieto fine i protagonisti.
Bello.


Good Vib a tutti.

5 commenti:

  1. Senza nessuna polemica, ma la parola "finocchio" (in inglese suonerebbe come FAG) per definire un omosessuale, non è tra le scelte più azzeccate. Capisco che il personaggio dal disegno è molto caricaturale, è possa dare adito all'uso di dispregiativi.

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  2. beh se non finocchio, homosex. Oppure Gay. Comunque è un uomo che... beh... a cui picciono gli uomini.
    E si traveste anche da donna, quantomeno è truccato.

    Bel personaggio.

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  3. che risposta educata, hai preso le pastiglie?

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