sabato 20 marzo 2010

FIDO



Sicuramente uno dei migliori zombie film degli ultimi dieci anni, uno splendore cinematogarfico che riesce ad essere critico, irriverente e comico come pochi altri prima di lui.

Purtroppo questa commedia horror canadese non ha riscosso successo al botteghino, ma comunque ha presenziato ad alcuni dei filmfestival più importanti del mondo, come: Toronto International Film Festival (2006), Sundance Film Festival (2007), Vancouver International Film Festival (2006), Kingston Canadian Film Festival (2007),Florida Film Festival (2007) ed infine al Fantasy Filmfest in Germany (2007).

La trama fa subito presagire un capolavoro; infatti immaginatevi un mondo fermo negli anni 50 con tutto quello che ne consegue: le villette a schiera dell'americano medio con il prato sempre perfetto, la televisione in bianco e nero, i vestiti in tinta unica, le aiuole curate dal comune senza che nessun tossico ci butti delle siringhe dentro, le famiglie tutte fatte con il copia/incolla che aspirano ad essere perfette con figlio bravo e moglie sottomessa e sorridente per poter non sfigurare al confronto con i vicini durante la grigliata della domenica ed esser così membri onorabili della società e tutti i carissimi zombie.
...ZOMBIE?
Già.

Come ci spiega un cine/documento propagandistico all'inizio del film, l'umanità ha appena affrontato una Grande Guerra contro le legioni di non morti che si sono risvegliate a causa di "misteriose radiazioni" venute dalo spazio. Così dopo numerose battaglie gli esseri umani hanno trovato una sorta di equilibrio nella tecnologia dell'azienda Zomcon che con le sue scoperte è stata risolutiva nel conflitto ed ora è praticamente il sostituto di ogni autorità prima costituita.
Soprattutto grazie ai collari di contenimento Zomcon gli zombie (che continuano a ricrearsi visto che ogni nuova morte è la nascita di un nuovo zombie), i non morti sono divenuti un elemento integrato ed utile nella società che tende ad essere coesa e perfetta, e così abbiamo lo zombie lattaio che ci lascia il latte alla porta, il teenager zombie che ci lancia il giornale nel prato ogni mattina, gli zombie da compagnia (assolutamente "in", tutti ne hanno uno! Altrimenti si fa brutta figura con il vicinato!), gli zombie giardinieri, gli zombie che ti salutano all'uscita della città, quelli che ti aprono le porte quando entri o esci da un edizicio pubblico... insomma, un casino di zombie per un casino di mestieri!



Ma per gli esseri umani, cosa cambia? Nulla, o quasi. Oltre ad aver una vita più comoda l'uomo medio svolge tutte le normali mansioni e coltiva i suoi vizi come se il mondo intorno a lui non fosse oramai un pullulare di bestie cannibali. Solo alcune cose cambiano, perchè la società deve anche tutelarsi per questo problema che non può ignorare e perciò al posto dei boyscout abbiamo dei cadetti Zomcon, l'ora di educazione fisica a scuola si svolge in un poligono di tiro a cielo aperto in modo che tutti i bambini possano esercitarsi ad uccidere gli zombie cattivi (ma non si può avere una pistola vera prima dei 12 anni, eh!), certamente la Zomcon entra nelle case di ognuno con le sue stupende invenzioni come il contabattiti per il cuore dei vecchi "appena smette di battere, noi partiamo - dice alla pubblicità un bel faccione acqua e sapone- perchè dei vecchi non ci si può fidare!" e per giunta il livello di criminalità è sceso a zero: le prigioni sono divenute ospizi e i criminali vengono buttati fuori dalle recinzioni che circondano le città per venir divorati dagli zombie selavaggi.



In questo mondo che un poco Happy Days e un poco La notte dei morti viventi noi seguiremo la storia di un ragazzino, Timmy Robinson, e della sua famiglia. L'imput che da inizio alla commedia è la scelta della madre di Timmy (Helen) che compra un servo - zombie per non sfigurare con i nuovi vicini che sono dei pezzi grossi della Zomcon. Nonostante la paura del padre e l'atteggiamento un pò scettico di Timmy in poco tempo lo zombie "Fido" si conquisterà le simpatie da parte della famiglia.
Cazzo sembra quasi di vedere il primo film del cane Beethoven.
Ovviamente tutto fila liscio come l'olio finchè il collare di Fido non fa cilecca - proprio quando stava nascendo un rapporto con il piccolo Timmy, direi un rapporto cane - padrone- e si mangia una vecchia rompiballe.
Da qui in poi è tutto un rivelarsi e ritrovarsi sentimentali e anche un pò buonisti in un film dove nessuno è davvero cattivo, uno zombie che sembra poter provare affetto e degli uomini che non riescono ad uscire dai loro schemi mentali retrogradi e l'affermarsi prepotente del ruolo della donna che non è più disposta a sfornare figli e basta.



Dolce, horror, comico e critico Fido è un film originale sui buoni sentimenti, sugli affetti e l'amicizia e su come i vivi possono essere più morti dei morti stessi quando permettono agli altri di condizionare la loro vita con i loro giudizi.
Timmy è effettivamente privo di una reale figura paterna, così come Helen vede negato il suo poter essere donna forte a discapito di un amore debole... una continua ricerca di questo ventaglio di personaggi che finiranno tutti per incontrarsi nell'inevitabilmente scontato - ma non per questo brutto - finale.
Per ultimo c'è una regia che aiuta in modo sapiente a trasportarci indietro nel tempo, la scenografia ed i set sono sempre ripresi con colori caldi e familiari, le scene di violenza sono accompagnate a musica dolce e non vengono mai riprese con troppo sadismo o particolari... anzi spesso Andrew Currie preferisce divertirci inquadrando solo delle sagome che ululano alla luna (per alcune resurrezioni) e filmando i momenti passati in macchina in vecchio stile: camera fissa, veicolo fisso e paesaggio "girevole" - anche se penso che in questo caso sia stato messo su blue screen- dietro.

Bello. Molto.

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